2014 Arte, Natura, Meraviglia ieri e oggi
RAI5 WUNDERKAMMER Arte, Natura, Meraviglia ieri e oggi
Museo Gallerie d’Italia, Piazza Scala, Milano
Silver Mark – Mario Taddei
Silver Mark,
Wunderkammer Neoart 3, 2012.
Stampe, resina, pc, video,
software, 256 x 120 x 40 cm.
Silver Mark • Mario Taddei.
Alle origini di un modello “classificatorio”, che trasforma l’oggetto artistico in un museo portatile, si è soliti porre la Boite-en-valise di Marce! Duchamp, giudicando che quel suo “museo personale”, raccolta dei “simulacri”
della sua opera, costituisca un’ulteriore tappa di un atteggiamento di automuseificazione fondato sul passaggio dell’oggetto a opera d’arte, evoluzione di una delle vie interpretative del ready-made, fondata sul riconosci.mento di una qualità originale attribuita all’oggetto quotidiano e al contempo sull’abbassamento del processo artistico all’indifferenza dell’oggetto banale.
Quella valigia, nelle sue differenti versioni, diventa modello di una serie di opere-museo destinate a conservare tracce dell’azione artistica e del vissuto quotidiano, ma di.mostra anche la volontà dell’autore di essere organizzatore di idee e memorie formalizzate in cataloghi ed esposizioni.
Si può ricordare che Duchamp aveva operato e stava operando da tempo anche come “curatore” di mostre, a paitire dal progetto di “museo d’arte moderna” che Katherine S. Dreier coltivò insieme a lui e a Man Ray, la Société Anonyme, promotrice di decine di mostre in America negli anni venti e trenta. Oltre a partecipare alla selezione e all’organizzazione delle opere poi donate alla Yale University Art Gallery, Duchamp elabora parte dei testi che accompagnano gli artisti che vi sono raccolti, da considerarsi come modi di incasellare le opere in un contenitore ideale.
In altro modo, fra la fine degli anni trenta e i primi anni quaranta, parallelamente alla fase di creazione della Boite-en-valise, Duchamp partecipa a progetti di esposizioni surrealiste, ideando allestimenti che servono a presentare in modo inconsueto le opere esposte (Exposition international.e du surréalisme, Parigi, 1938; First Papers of Surrealism, New York, 1942).
Si unisce, in questo duplice percorso, l’attenzione materiale, per l’opera come feticcio, e nello stesso tempo una tensione “immateriale” per la dimensione concettuale dell’oggetto-opera, che porta a includere nel processo artistico le ragioni della sua archiviazione, conservazione e presentazione, vale a dire i processi che caratterizzano
l’attività museale.
Dove si ritrova lo spirito della Wunderkammer nella produzione artistica contemporanea?
Per diverse vie si può riconoscere come, al di là di coincidenze esteriori nei singoli oggetti creati o raccolti, sia nello spirito di una visione collezionistica e riorganizzativa che passa per diverse e particolari forme di “enciclopedismo” o di “museologia”, di cui proprio quelle creazioni di natura intima, ma di forte qualità metaforica, come le scatole, le valigie, gli armadi sono una forma concreta di elaborazione.
L’ambizione di conservare il mondo in un cassetto va a far coincidere storia e biografia, memoria e rappresentazione, secondo un percorso che ha ascendenti lontani.
Tra questi il Teatro della Memoria di Giulio Camillo Delminio, progetto di un uomo del Rinascimento finalizzato a una raccolta il più possibile completa e organica della conoscenza a disposizione, che è tra i punti di partenza, con la biblioteca di Aby Warburg, di alcune creazioni di Anne e Patrick Poirier.
Le diverse versioni degli Archivi dell’archeologo da loro concepiti, parte del più articolato progetto di una città della memoria, Mnemosyne, sono diramazioni della volontà di tradurre in forma metaforica, illustrativa, il processo del conoscere, dell’avere a disposizione, che va a sovrapporsi con l’assemblare, l’accumulare, il catalogare.
Viglio Zwichem così raccontava del Teatro di Giulio Camillo in una lettera a Erasmo da Rotterdam del 1532: “Egli hiama questo suo teatro con molti nomi, dicendo ora che è una mente e un’anima artificiale, ora che è un’anima provvista di finestre. Pretende che tutte le cose che la mente umana può concepire e che non si possono vedere con l’occhio corporeo, possono tuttavia, dopo essere state raccolte con attenta meditazione, essere espresse mediante certi simboli corporei in modo tale che l’osservatore può, all’istante, percepire con l’occhio tutto ciò che altrimenti è celato nelle profondità della mente umana. E appunto a causa di questa percezione corporea lo chiama un teatro…”8.
L’oggetto d’arte può essere forma di un’idea, quella che una raccolta di oggetti può rappresentare.
Qui, in questi cassetti, può concludersi un tentativo di esplorazione che vede lo spirito delle Wunderkammern passare attraverso forme di negazione e di trasformazione che variano con il mutare dell’approccio alla conoscenza visiva, alla creazione artistica, alla relazione con il metodo scientifico, che dalle ricerche iconologiche di Warburg trova oggi nuovi spazi di rappresentazione nei cassetti enciclopedici degli schermi dei computer.
Museo Poldi Pozzoli
Mario Cera
Presidente
Annalisa Zanni
Direttore
Intesa SanPaolo
Giovanni Bazoli
Presidente del Consiglio
di Sorveglianza
Gian Maria Gros-Pietro
Presidente del Consiglio di Gestione
Carlo Messina
Consigliere Delegato
e Chief Executive Officer
Paolo M. Grandi
Chief Governance Officer
Andrea M. Massari
Responsabile Beni archeologici
e storico-artistici
Fondazione Mazzotta
Gabriele Mazzetta
Presidente
Pietro Sellasi
Gabriele Mazzetta
Martina Mazzetta Lanza
Direzione scientifica